Hackers

Attenti alla chat.

Due pirati informatici, uno britannico e l’altro tedesco, sono stati scoperti con una Chat, dall’FBI, per aver messo fuori uso due sistemi satellitari.
Ma facciamo un passo indietro! Nel 2003 questi due pirati, Lee Graham Walker e Axel Gembe, sono imputati per cospirazione e di danneggiamento informatico doloso. Questi hacker, erano stati assoldati da un concorrente alle reti televisive satellitari, Rapid Satellite e Weaknees di L.A., dall’ex a.d. della Orbit Communications in Massachusetts, Jay Echouafni. L’azione, anzi precisamente l’attacco informatico, era quello di eseguire una serie di attacchi, con lo scopo di paralizzare computers e reti dei propri competitor. Ma il mandante, Echouafni, non era così sconosciuto all’FBI, basta andare sul sito fbi.gov, e trovarlo nella sezione dei wanted-fugitives-cyber, lo si trova!
Ma come sono arrivati a scoprire l’attacco dei due hacker?.
Axel Gembe era già conosciuto agli ambienti dell’FBI, era stato colui che aveva creato il virus, Agobot worm, Ago è il nickname del tedesco; gli agenti lo tenevano sotto osservazione già da un pezzo, così venne intercettato a chattare con il britannico Lee, il quale “aveva” affermato di avere molte frecce al suo arco, per i target scelti. Così dai tabulati Irc, troviamo le descrizioni tutte gli attacchi, orari, target e tutto quello che era nel disegno criminoso dei due hacker! Pertanto sembra che questa volta sarà difficile per loro, vederli in giro non a breve tempo.

Cern: hackers Greci all’attacco.

Tutti avevamo paura che, il Large Hadron Collider del Cern di Ginevra, potesse creare un buco nero pericoloso per il nostro pianeta. Ma il timore era del tutto infondato, mentre invece si è verificato il classico “bug” informatico che ha permesso ad alcuni soggetti di entrate nel sito istituzionale! Sono ellenici del “Greek security team” i quali sono riusciti ad oltrepassare le difese informatiche del centro scientifico, depositando il logo del team sulla home page del sito intranet del Cern. Fortunatamente il gesto è stato solo dimostrativo, risolvendosi in una frase comica ma senza alcun danno. Immagino che la grande attenzione che ha suscitato, attorno al più grande acceleratore di particelle mai costruito, avrebbe attirato potenziali attacchi informatici. Comunque il CERN di Ginevra, ha immediatamente provveduto ad riparare il bug e migliorare i propri sistemi di sicurezza.


E’ stato un gioco da ragazzi…

Immagino che questo è stato il pensiero dei due ladruncoli, Edmond Shahikian e Ian Frias del celeberrimo quartiere il Bronx nello stato di N.Y., dopo aver sottratto due Ipod, due Tv al plasma, dvd, videogiochi e anche un paio di portatili di cui un MacBook. Ma facciamo un passo indietro: alcuni giorni fa, in un appartamento condiviso da tre ragazze, nel quartiere di White Plains di New York, i due ladri durante una notte “portano via” tutto le apparecchiature elettroniche che erano dentro all’appartamento, ma incappano anche in un MacBook, dotato di una videocamera integrata e un software anti-furto. Ma i due malviventi non erano a conoscenza delle potenzialità di quel portatile, ma soprattutto del software che è residente il “Back to my Mac”. Così decidono di collegarsi a internet, per scaricare musica, film e quant’altro sia possibile. Dopo un paio di giorni, un amico della proprietaria del MacBook, gli chiede se era connessa al suo account, ma la stessa rimase stupita in quanto il suo portit le era stato rubato. Da lì scopre di possedere delle spiccate attitudini investigative, si collega alla rete, si connette da “remoto” al suo MacBook (tramite account .Mac), per vedere chi sta usando il suo computer e…attivando la webcam integrata, scatta la fotografia a E. Shahikian. Successivamente con l’aiuto della sua coinquilina, che riconosce il tizio in un frequentatore del bar locale, avvisano il 911, che attivandosi incastrano sia Edmond che Ian, il suo complice! Per l’ispettore che conduceva le indagini, non poteva essere più facile…con un MacBook.
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